Intitolazione a Luigi Veronelli
Venerdì 29 Marzo si è concluso il lungo percorso identitario che ha portato all’intitolazione dell’IPSAR di Casalecchio e Valsamoggia a Luigi Veronelli, filosofo e giornalista, gastronomo ed enologo di grande fama. Una figura decisamente interessante quella di Veronelli, il cui pensiero libero ed eversivo per via delle sue posizioni “non allineate”, ma allo stesso tempo quanto mai vicine al rispetto delle tradizioni, è stato ricordato nel convegno “Coltivare la tavola”. I relatori che hanno accolto l’invito della Dirigente Scolastica Dott.ssa Tiziana Tiengo hanno raccontato chi fosse Luigi Veronelli attraverso uno sguardo personale e brevi ma esaustive lezioni sul significato culturale del cibo e del territorio che lo produce. Dopo l’introduzione e i ringraziamenti istituzionali ai sindaci di Casalecchio e Valsamoggia, Massimo Bosso e Daniele Ruscigno, e al Dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Dott. Giovanni Schiavone da parte della Dirigente, è intervenuto Gian Arturo Rota, al quale era stato già affidato il compito di tratteggiare attraverso aneddoti ed esperienze professionali vissute con Veronelli, il ricordo del suo “maestro”, durante gli incontri con gli studenti dell’Istituto; già in quell’occasione i ragazzi avevano compreso il valore della selezione effettuata l’anno scorso, quando il noto enogastronomo era in una rosa con altri tre nomi (Nik Novecento, Enzo Biagi e Angelo Vassallo) tra cui scegliere. Dopo aver ricordato alcuni significativi episodi dai quali poter evincere la personalità di Veronelli, Rota ha definito la scelta dell’Istituto coraggiosa, controtendenza ed “eretica”, nell’accezione positiva e nobile che in seguito anche Raffaella Donati, responsabile di Slow Food Emilia-Romagna, ha dato al termine. L’eretico, nel suo significato etimologico, è infatti colui che sceglie, affermando la propria libertà di pensiero. La Presidente Donati ha poi continuato l’incontro parlando di cibo, etica ed educazione, e ha sottolineato come Veronelli abbia contribuito al rispetto del lavoro contadino restituendo sacralità alla terra. Il cibo è anche un leit motiv nella letteratura e vi compare in varie forme: è un sogno di abbondanza (il paese di Bengodi) ed è memoria involontaria (la madeleine di Proust); oggi tuttavia, l’eccessiva disponibilità ne ha fatto perdere il valore. Di questo ha parlato Antonio Cerchi di Slow Food Italia, prima che lo Storico dell’Alimentazione Massimo Montanari (Università di Bologna) chiudesse questa prima sezione della conferenza con un interessante approfondimento sull’importanza della cucina territoriale e su quanto il territorio sia una “scoperta” recente. A partire dal Medioevo fino a qualche decennio fa infatti, i prodotti locali e il lavoro contadino non venivano considerati degni delle tavole aristocratiche, dove si preferiva invece esibire con orgoglio cibi provenienti da luoghi lontani, indice della magnificenza del padrone di casa. Oggi quindi per Montanari assistiamo ad una positiva inversione di tendenza che ha ricollocato il territorio al centro della nostra cultura enogastronomica. La seconda parte del convegno si è articolata in due momenti: uno in cui la video-maker Giulia Paregine ha riportato l’esperienza vissuta con due classi quarte dell’Istituto, con le quali ha realizzato una serie di interviste che mostrassero l’identità della nostra scuola; l’altro, di chiusura, in cui il giovane vignaiolo Alessandro Fedrizzi, vincitore del premio Slow Wind 2019, ha spiegato le caratteristiche del suo Pignoletto e il modo in cui è arrivato al successo. Hanno concluso l’incontro condotto dalla Dirigente i due Assessori Fabio Abbagnato e Angela Di Pilato, che si sono detti entusiasti ed orgogliosi dell’autonomia raggiunta dall’IPSAR di Casalecchio e Valsamoggia, che ora potrà sviluppare ancor meglio le proprie potenzialità sotto il segno dell’esperienza di Luigi Veronelli. La cerimonia. Verso le 19:45, all’ingresso della sede di via Cimabue, è stata inaugurata la targa dell’IPSAR “Luigi Veronelli”, al cospetto della Dirigente Scolastica, delle istituzioni locali e di tutti coloro che hanno voluto fortemente che si arrivasse all’autonomia. Dopo la rituale ufficializzazione, i presenti sono stati accolti dai docenti e dagli studenti di Ricevimento, Sala e Cucina che hanno offerto un invitante aperitivo negli spazi del cortile e della baita. Le aule sono state adibite per l’occasione a punti di degustazione: dallo stand delle mozzarelle fatte al momento all’offerta di coni ripieni di bocconcini fritti, dall’angolo del vignaiolo a quello del panettiere. Una degna celebrazione dei sapori con la quale si è conclusa una giornata per tutti memorabile. I relatori ed altri ospiti si sono infine seduti a tavola per gustare la cena preparata dagli allievi di Cucina, guidati dai nostri Chef, e servita dagli studenti coordinati dai prof. di Sala e Accoglienza Turistica.